Con l’avvento della crisi economica e il progressivo deterioramento dei conti pubblici nazionali, il processo di attuazione del federalismo fiscale si è di fatto arenato. Nonostante tutti i decreti attuativi della legge delega del 2009 siano stati approvati nei tempi previsti, le mutate condizioni economiche e finanziarie del Paese hanno contribuito ad accantonare tale progetto, mettendo invece come primo punto in agenda il risanamento dei conti pubblici: il caso più emblematico è quello del debutto dell’IMU, un’imposta comunale il cui gettito viene attributo in parte allo Stato.
Il “congelamento” dell’attuazione della riforma federale ha lasciato l’Italia a metà del guado, con una spesa pubblica fortemente decentrata ma ancora fortemente dipendente dai trasferimenti. L’Italia si trova in una situazione intermedia anche con riguardo agli altri Paesi europei. A tale proposito, il gruppo di lavoro dell’Osservatorio sul federalismo e la finanza pubblica ha realizzato un articolo “Il decentramento finanziario in alcuni Paesi europei” che è confluito nel Primo Rapporto sulla Finanza Pubblica della Fondazione Rosselli “Finanza pubblica e federalismo. Strumenti finanziari innovativi: autonomia e sostenibilità” (Maggioli Editore, 2012).
In Italia tra il 2000 e il 2010 la quota di entrate pubbliche attribuibili alle Amministrazioni locali è diminuita di quasi 1 punto (dal 18,3% al 17,6%); nel medesimo arco temporale, la spesa decentrata è scesa di 1,2 punti (dal 34,5% al 33,3%). In questi anni, dunque, il divario tra entrate proprie locali e spesa decentrata è rimasto sostanzialmente inalterato: in sostanza le Amministrazioni locali hanno rilevanti competenze di spesa che vengono ampiamente finanziate con risorse dipendenti da altri livelli di governo.
Negli altri Paesi si osservano tendenze molto variabili: nei Paesi Bassi è cresciuta la quota di entrate direttamente imputabili al Governo centrale, diversamente da quanto avvenuto in Francia (le entrate in capo a Parigi flettono dal 40,1% al 36,6%). Aumenta la quota di entrate centrali in Germania, a scapito degli Enti di previdenza (le Amministrazioni decentrate non subiscono sostanziali variazioni), ed in Austria; in Spagna, invece, accanto ad una poderosa devoluzione della spesa si è provveduto a ridurre l’ammontare delle risorse statali (dal 49% al 36,8%) attribuendole alle Comunità Autonome (da 9,5% al 19,2%).
I flussi finanziari tra livelli di governo appaiono particolarmente rilevanti in Belgio, Paesi Bassi e Italia. Dieci anni fa anche la Spagna faceva parte di questo gruppo, in quanto l’ammontare dei trasferimenti tra i vari comparti pubblici era pari al 15% del Pil (il 41,9% della spesa al netto degli interessi); oggi, a seguito dell’attribuzione di risorse proprie agli Enti periferici, i flussi finanziari impattano sul Pil appena per il 12,4%. In Italia, invece, i trasferimenti di risorse pubbliche sono progressivamente aumentati, fino ad arrivare al 14,2% del Pil (e ad oltre il 30,7% della spesa).
Le entrate pubbliche consolidate per livello di governo. Anni 2000-2005-2010. Composizione %
2000 | 2005 | 2010 | 2000 | 2005 | 2010 | |||
Austria | Francia | |||||||
Amm. Centrali | 50,2 | 52,8 | 48,9 | Amm. Centrali | 40,1 | 39,4 | 36,6 | |
Amm. Stati federati | 9,8 | 8,9 | 10,9 | Amm. Stati federati | – | – | – | |
Amm. Locali | 14,7 | 12,8 | 13,5 | Amm. Locali | 14,4 | 15,0 | 13,9 | |
Enti Previd. | 25,3 | 25,5 | 26,6 | Enti Previd. | 45,5 | 45,6 | 49,5 | |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | |
Belgio | Italia | |||||||
Amm. Centrali | 58,7 | 56,1 | 54,4 | Amm. Centrali | 54,3 | 51,5 | 52,5 | |
Amm. Stati federati | 6,0 | 8,9 | 9,2 | Amm. Stati federati | – | – | – | |
Amm. Locali | 6,6 | 6,9 | 7,1 | Amm. Locali | 18,3 | 19,3 | 17,6 | |
Enti Previd. | 28,8 | 28,1 | 29,2 | Enti Previd. | 27,3 | 29,1 | 29,9 | |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | |
Germania | Paesi Bassi | |||||||
Amm. Centrali | 27,5 | 27,6 | 29,5 | Amm. Centrali | 54,6 | 58,9 | 58,6 | |
Amm. Stati federati | 23,9 | 23,0 | 22,8 | Amm. Stati federati | – | – | – | |
Amm. Locali | 10,7 | 10,8 | 10,9 | Amm. Locali | 11,6 | 11,7 | 10,7 | |
Enti Previd. | 37,9 | 38,6 | 36,9 | Enti Previd. | 33,8 | 29,4 | 30,7 | |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | |
Spagna | Regno Unito | |||||||
Amm. Centrali | 49,0 | 36,9 | 36,8 | Amm. Centrali | 91,4 | 90,8 | 90,0 | |
Amm. Stati federati | 9,5 | 22,6 | 19,2 | Amm. Stati federati | – | – | – | |
Amm. Locali | 10,5 | 10,3 | 10,6 | Amm. Locali | 8,6 | 9,2 | 10,0 | |
Enti Previd. | 30,9 | 30,2 | 33,5 | Enti Previd. | – | – | – | |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | |
Elaborazione su dati Eurostat
Relativamente al livello di governo delle Amministrazioni territoriali (nei Paesi federali comprendono le Amministrazioni di Stati federati e le Amministrazioni locali, nei Paesi unitari solo queste ultime), in Italia si evince una crescita della quota di entrate derivate (dal 40,4% al 47,2%), ovvero di risorse provenienti da altri livelli di governo. In Spagna, invece, nell’ultimo decennio le entrate delle Amministrazioni territoriali sono diventate progressivamente sempre più autonome (dal 47,3% al 58,7%), con una contestuale flessione delle entrate derivate (dal 52,7% a 41,3%).
L’analisi delle entrate degli Enti periferici passa anche attraverso l’evoluzione delle risorse di natura fiscale. Il peso dei tributi delle Amministrazioni territoriali sul totale nazionale dei tributi è aumentato in buona parte dei Paesi europei considerati. Prendendo il confronto diretto tra il 2000 e il 2010, la quota di tributi locali è cresciuta in Austria, Belgio, Spagna. Francia, Italia e Regno Unito.
Naturalmente, in Spagna si registra l’evoluzione più significativa, frutto delle recenti riforme in campo fiscale ed istituzionale: il peso delle entrate tributarie di Comunità Autonome ed Enti locali è quasi raddoppiato nell’arco di un decennio, a conferma della concretezza del federalismo iberico. Anche in Italia l’incidenza delle entrate locali è aumentata, passando dal 20,6% al 21,4% anche a seguito del ricorso all’IRAP e alle addizionali all’IRPEF regionali e comunali (anche se si sono susseguiti alcune fasi di blocco parziale e totale agli incrementi di aliquota). Il livello massimo di decentramento “fiscale” è stato raggiunto nel 2005 (23,1%), al quale è seguito un periodo di sensibili oscillazioni.
Solo in Germania il peso delle entrate tributarie di Länder ed Enti locali sul totale dei tributi nazionali è leggermente diminuito nel corso di questi dieci anni. Considerata l’entità dei tributi locali (in Germania sono comunque quasi il 50%), tali flessioni sono da considerarsi fisiologiche e, verosimilmente, possono essere imputate a politiche di riduzione della pressione fiscale da parte di qualche Länder o il ricorso ad altre forme di finanziamento.
Dinamica delle entrate tributarie delle Amministrazioni territoriali*
(*) per At, Be, De, Es aggregato tra Amministrazioni di Stati federati e Amministrazioni locali; per Fr, It, Nl, Uk solo Amministrazioni locali
Elaborazione su dati Eurostat